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venerdì 14 febbraio 2014

Cinema: Mauro Pane ed il suo ultimo Rush


Dopo quattro giorni, la notizia che tutti non volevano aspettarsi: Mauro Pane è morto.
Alcune testate online hanno diffuso la notizia che l'artigiano lombardo, residente a Pavia da diversi anni, è stato ritrovato al volante della sua Renault Megane privo di vita. All'interno è stato trovato anche il corpo di una donna, di nazionalità romena come viene riportato dai colleghi di ilgiorno.it. I due corpi sono stati recuperati con l'aiuto dei vigili del fuoco che, con l'aiuto di una gru, hanno recuperato la vettura dal canale della Lomellina. Pane era noto non solo per aver fatto parte dell'ultima pellicola di Ron Howard, bensì per il suo trascorso nel settore motoristico: dai kart (vincitore del titolo nazionale nel 1986) fino alla Formula 1 in veste di collaudatore per la faentina Minardi, passando per le svariate categorie ed il titolo di campione nella Historic F1 del 2007. Alla sua passione coniugava il lavoro con l'azienda di famiglia "F1 Storiche", tra le rarissime imprese esistenti in Europa per restauro ed assistenza delle monoposto degli anni settanta. Non è stata l'unico personaggio di "Rush" a perdere la vita. Sean Edwards, figlio di Guy (ex F1), ha perso la vita durante una manche del mondiale Porsche Supercup; ed ha interpretato il ruolo del padre, il pilota che aiutò Merzario ad estrarre Lauda dalle fiamme nel 1976. Speriamo che sia una semplice coincidenza, stringendoci peraltro al cordoglio delle famiglie dei due scomparsi.





venerdì 10 gennaio 2014

Formula 1 2014

McLaren: conferma numeri di gara per Button e Magnussen


Due mesi all'avvio del primo GP di Formula 1 e comincia a venir su fuori qualche novità.
Sta volta riguarda la McLaren che, attraverso Facebook, ufficializza i numeri di gara dei suoi piloti. Jenson Button correrà col #22, mentre il giovanissimo Kevin Magnussen avrà il #20.
Non è una scelta casuale. L'inglese ha preferito usare il numero di gara con cui conquistò il titolo piloti nel 2009, quando era al volante di quella Brawn al centro dell'attenzione per il famoso fondo vettura; con cui si avvantaggiò per la corsa al titolo nella prima metà della stagione.
Il danese, figlio di Jan Magnussen (ex Stewart GP), porterà in giro lo stesso numero che gli permise di trionfare nella stagione passate del F. Renault 3.5: dove conquistò cinque vittorie, otto podi, tredici podi ed il sedile per la monoposto di Woking.
Ancora poche settimane d'attesa per la presentazione delle nuove vetture, anche se in McLaren scacciano la prestazione sottotono del 2013 con i numeri di gara citati sopra.
Non si sa se serviranno a qualcosa, visto che i fan più sfegatati credono nella gloria della loro squadra per il prossimo anno per via della somma di entrambi i numeri: 42, multiplo di 7.



domenica 29 dicembre 2013

Supercars

Huracàn: la baby-Aventador


Dopo dieci anni di onorata carriera la Lamborghini Gallardo va in pensione. Dal 2003 ad oggi la "baby" Lambo è diventata l’auto più venduta nella storia della Casa fondata da Ferruccio Lamborghini. La sua erede si chiama Huracàn (qui a lato il video-film ufficiale) e prende il nome, come da tradizione, da una razza di tori particolarmente aggressivi. La Huracán LP 610-4, questa la sigla completa, ha le linee inconfondibili del marchio, design forte e spigoloso che richiama quello della sorella maggiore Aventador. Il suo cuore pulsante rimane il V10 da 5.2 litri ora in grado di sviluppare 610 cv a 8250 giri e una coppia massima di 560Nm a 6.500 giri. Il telaio della nuova sportiva emiliana è un misto tra carbonio e alluminio, con funzione portante per motore e cambio. Quest’ultimo totalmente nuovo e per la prima volta a doppia frizione Ldf (Lamborghini Doppia Frizione). La nuova gestione elettronica consente tre modalità di marcia: Strada, Sport e Corsa, adattando la risposta del motore, del cambio e delle sospensioni a seconda della velocità e intervenendo sul Lamborghini Dynamic Steering. I dettagli impreziosiscono questa Lambo del terzo millennio che ha fari full-Led anteriori e posteriori che da soli danno all’auto la sua originalissima identità anche al buio. All'interno la plancia ha nuove forme e un inedito schermo Tft a colori da 12,3" che raccoglie tutta la strumentazione, con le indicazioni digitali di tachimetro, contagiri, navigatore e infotainment. La prestazioni esplosive dichiarate dalla Casa parlano di una velocità massima superiore ai 325 km/h, un tempo di 3,2 s per coprire lo 0-100 km/h e di 9,9 s per raggiungere i 200 orari con partenza da fermo. Di serie per diminuire i consumi c’è lo Start&Stop. I valori di consumi ed emissioni ufficiali sono scesi a 12,5 l/100 km e 290 g/km di CO2 sul ciclo combinato. Il dieci cilindri rispetta la normativa Euro 6. Se siete interessati e avete la possibilità, dovrete attendere ancora qualche mese, quando la Huracàn farà la prima passerella ufficiale al prossimo Salone di Ginevra. Le concorrenti, Porsche, Ferrari e Mclaren sono avvisate.

Servizio di Carlo Antonio Rallo




giovedì 26 dicembre 2013

Legends

McLaren e Le Mans: amore a primo run


L'azienda inglese è nota più che altro come storica rivale del Cavallino Rampante non solo nel Circus della Formula 1. Finora ha prodotto un paio di modelli stradali e si sta accingendo a presentare la P1: erede della F1. 
Un ruolo stretto per la nuova arrivata, visto che dovrà puntare su quella che fu - con molta certezza - la migliore supercar dal '93 fino ai primissimi del terzo millennio.
Progettata da quella mente diabolica di Gordon Murray, caratterizzata dalla particolare guida centrale e l'omologazione triposto, la F1 fu un prodotto eccellente sotto l'aspetto da fuoriserie e non solo. 
Non era dotata semplicemente di prestazioni da capogiro. Era una vettura vincente nelle competizioni di tutto rispetto.
Non lo dimostrò con i comunicati stampa: lo fece con i fatti.
Le Mans 1995: vittoria della vettura di Woking al debutto. La triade del Kokusai Kaihautsu Racing, formata da Dalmas, Letho e Sekiya, si aggiudicò la prestigiosa endurance a primo acchito. Altre vetture della stessa Casa colsero il terzo, quarto e quinto posto.
Umiliarono le prototipo, fecero molto di più con la concorrenza di classe.
Vetture come la Ferrari F40-LM, la Porsche GT2 e la Nismo GT-R LM non ebbero scampo nemmeno nel Global GT Series; anche li l'inglese afflisse un dominio schiacciante con 10 vittorie su 12.
Un po' per le recenti normative tecniche emanate dalla FIA ed un po' per le novità da parte della concorrenza, non andò tanto bene nelle edizioni successive.
Prese paga dalle GT1 di Zuffenhausen nell'anno successivo e dovette accontentarsi del gradino più basso del podio. Trionfò nel '97 con la versione a coda pronunciata solo nella classe GT1, giungendo alle spalle della TWR - Porsche appartenente al glorioso Team Joest e condotta da Kristensen, Johansson ed il compianto Alboreto (di cui riporto il servizio qui).
Eccellente il 4° posto del '98 dietro i prototipi e le GT di nuovissima concezione, che segnò l'ultima partecipazione in forma ufficiale. BMW aveva in serbo il prototipo LM-V12 per il '99; Mercedes, Nissan e Porsche delle GT1 talmente evolute da sembrare più dei prototipi che altro.
La tecnologia andò sempre più avanti, la concorrenza investiva sulla maratona francese e la F1 divenne obsoleta nel giro di quattro edizioni. Le stesse in cui accumulò successi e sconfitte. Ciò non significa che il De la Sarthe fu ostico nei confronti della velocissima vettura britannica che mise in atto le sue capacità, compresa la resistenza. McLaren e Le Mans ebbero un rapporto unico in quegli anni, tanto da essere paragonato ad una storia sentimentale perché fu "amore a primo run".