mercoledì 12 marzo 2014

Supercross 2014: Villopoto vincente (Daytona)



Holeshot, comando fin dall’ingresso di curva 1 e passo gara veloce nonché costante: tre le caratteristiche principali, così come le vittorie ottenute finora. Villopoto è tornato alla vittoria e lo fa da Daytona. L’asso di Seattle si è imposto nel tracciato realizzato all’interno del glorioso circuito della Florida, lo stesso che vede la firma di Ricky Carmichael trai progettisti.
Stavolta Villopoto non ha sbagliato nulla, o quasi. Solo una scivolata d’anteriore priva di piede in appoggio (come quella di Anaheim 1 ndr) in cui – anziché essere incalzato da Roczen e tutti gli altri – l’ha visto riprendere la gara in testa, tanto era il vantaggio accumulato nel corso del Main. Superba anche la gara di Roczen, brillante quella di Wilson ed opaca quella di Dungey. L’impossibilità a sorpassare il nuovo compagno di Villopoto – e l’attacco attuato dal compagno tedesco a discapito suo e di Wilson – fa presagire che il cambio generazionale è alle porte. Chi al debutto si è messo in mostra – ma in altro modo – è stato Malcolm Stewart, fratello minore del più noto James Bubba. Vittima di uno dei soliti attacchi aggressivi da parte di Barcia, Malcolm non si è certo risparmiato in quanto a polemiche. Prima uno spintone, poi ha scaraventato la moto dell’avversario a terra con un colpo di gas. L’esordio nei grandi è iniziato male per il pilota di casa, così come per il fratello maggiore ed anche per Mike Alessi. L’ultimo è finito a terra alla curva 1 mentre era a caccia del terzo holeshot di fila, il primo invece costretto ai box per problemi allo scarico causa contatto con lo stesso Alessi. Una sosta lunga e rientro in gara da quinta piena, con il funambolico crossista di colore che ha superato il wall di Daytona in pieno con un salto esorbitante, di quello che ha lasciato a bocca aperta anche qualche ortopedico.

Adesso la carovana si sposterà nei dintorni di Detroit, con il Ford Field che segna il ritorno alle gare indoor dopo la breve parentesi Floridiana. Ritorno alle origini dunque, visto che questo sport è fatto di spettacolo e spalti da stadio.


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