sabato 11 gennaio 2014

(Legends) Meoni: il leone toscano



11 gennaio 2005. Le attività scolastiche erano appena ricominciate. Esisteva internet ma non in maniera "ordinaria" come al giorno d'oggi; gli smartphone erano lontani anni luce dal concetto odierno e l'internet mobile aveva una velocità di banda talmente lenta che non riusciva a scaricare una pagina web completa. Erano altri tempi, quelli in cui carta stampata, emittenti televisive e passaparola regnavano indisturbati.
Era mattina, non ricordo bene l'orario. Pressappoco potevano essere le 11:00. Chiama mia madre, riferendomi che era appena morto un pilota della Dakar. Chiesi subito chi fosse e, dopo qualche domanda, mi rispose che era Fabrizio Meoni.
Me lo sono fatto confermare altre quattro volte, sopraffatto da una sorte di stato agghiacciante.
Non potevo credere che Fabrizio Meoni, l'endurista che riportò il titolo della Dakar dopo Orioli per ben due volte, non ci fosse più. Quel Meoni che fu in grado di compiere cose egregie in sella alle KTM, indipendentemente se private o no. Lo stesso che correva con moto differenti da quelle che usano per il raid sudamericano. Più potenti, prive di limitatore ma goffe, scorbutiche e pesanti.
Meoni il toscano, il leone, il dominatore delle terre d'Africa. Lo stesso che metteva passione nell'enduro già da quand'era adolescente. Colui che si aggiudico Dakar, Rally di Tunisia e Rally d'Egitto in un unico anno; ma che amava il Continente Nero tanto da istituire una ONLUS per costruire una scuola in Senegal.
Era rientrato dopo un anno sabbatico e stava battagliando con Cyril Despres. Rivale, compagno di squadra ed amico.
Al transalpino diedero la notizia mentre affrontava il paesaggio rurale di Kiffa, dove scoppiò in lacrime appena gli confermarono il decesso del rider toscano, avvenuto per un arresto cardiaco.
Probabilmente qualche altro italiano riuscirà ad aggiudicarsi l'ambita maratona tra qualche anno, ma nessuno lo farà allo stesso modo di Fabrizio. L'unico munito di volontà e stoffa del vincente; quando dimostrò nel 2002 di vincere una tappa, nonostante il dolore causato dalla stanchezza e da una caduta.




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