sabato 28 dicembre 2013

Legends

Barra Sheene: tra pieghe e sigarette


La regola sulla scelta del numero di gara approderà nel Circus delle ruote scoperte già dal 2014, mentre nel motociclismo (tassellato e slick) già si è fatta l'abitudine. E' stato Rossi a far tornare in voga questa moda nel 2002 a titolo conquistato in 500, almeno per quanto riguarda il Motomondiale, anche se il vero precursore fu Barry Sheene.
Londinese, classe 1950 e tra i più eccentrici personaggi nella storia delle due ruote.
Figlio di Frank, preparatore, debuttò nella massima serie del mondiale su una Bultaco nel GP di Spagna 1970: grazie all'amicizia del padre con lo stesso Bultò. Ottenne un ritiro, mentre la performance nella 125 dello stesso GP fu talmente positiva che ottenne il 2° posto.
Tre anni di gavetta nelle classi minori, un titolo sfiorato in 125 nel '71 ed un '73 che lo vide tornare nella classe regina. Cominciò a mettersi in mostra l'anno successivo, in un crescendo che lo vide trionfare la prima volta nel 1975 sul catino di Assen; dopo aver beffato Agostini alla fatidica S prima del traguardo.
'76 e '77 furono le sue annate migliori: due campionati vinti, 11 vittorie ed un'aumento di notorietà incredibile.
'78 e '79 lo videro giungere - rispettivamente - secondo e terzo in classifica generale, sopravanzato in quest' ultima da Roberts e Ferrari.
Firmò con Yamaha per il triennio '80-'81-'82. Tornò successivamente in Suzuki, da pilota privato e per conto del team Harris (lo stesso di McCoy, qui) fino al suo ritiro, datato 1984.
Si trasferì in Australia con la famiglia, continuò a presenziare in qualche spot e divenne uno dei commentatori di F1 per un'emittente australiana fino alla sua morte, avvenuta nel 2003 a causa di un cancro.
Era veloce, intelligente e simpatico.
Si atteggiava come un VIP, girava in Rolls od in elicottero. Trascorreva nottate da star, combinava bravate anche col suo amico James Hunt e s'ingelosiva quando la moglie Stephanie (allora modella ed alle prime frequentazioni con l'asso inglese) posava senza veli per Penthouse, facendo infuriare lo stesso tanto da fargli acquistare tutte le copie in giro per l'edicole di Londra.
Fu considerato "rivoluzionario" per essere stato il primo ad adoperare tute colorate, caschi integrali, paraschiena, boicottare l'Isola di Man ed a rinunciare al numero1 per il suo 7.
L'aveva incluso persino sulla sua Shadow (cui la targa era JOE 107, ndr). Diceva che "gli portava fortuna". Sarà. Intanto ne effettuava di sorpassi all'esterno, come infortuni ed operazioni chirurgiche.
Pieno di placche metalliche da circa vent'anni, con un cancro appena diagnosticato, si tolse l'ultimo sfizio vincendo la Legend a Goodwood dopo aver gareggiato in mezzo ai suoi stessi colleghi.
Andò via più di dieci anni fa. Portandosi con se le sue partenze a spinta, le sue smorfie e quello sguardo intenso che solo lui sapeva mostrare sotto il casco.  










+MotoGP +Suzuki +TT Circuit Assen 

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