… vidi una F40
Ero appena dodicenne ed era il 1997. Al tempo abitavo a
Padova per via dei miei, che decisero di trasferirsi dalla Sicilia al Veneto causa lavoro.
Un classico figlio di migranti, di quello giunto in un posto nuovo ma non tanto. Solo cadenze e luoghi differenti, niente di più.
Un classico figlio di migranti, di quello giunto in un posto nuovo ma non tanto. Solo cadenze e luoghi differenti, niente di più.
Beh, un’altra differenza (eclatante) era il tenore di vita.
Impiegati, operai e piccoli imprenditori
come da tutte le parti, ma anche certi “ricconi”.
Sfilavano nelle vie principali della città vestiti e curati
a dovere, ed alla guida di automobili di tutto rispetto.
Delta Martini e Celica GT – Four erano riservate a quelli yuppies
under 30 che bazzicavano in centro, le Rolls erano condotte da autisti in
uniforme, le Jaguar appartenenti a chi era munito di buon gusto ed alcune
supercar facevano le loro comparsate.
Non erano poche seppur inaccessibili: tutte originali
nelle loro forme e nei loro colori. Sembravano tanti modellini Burago in
versione “gigante”; Una di queste era la F40.
Bassa e larga, con una lunghezza di quattro metri e poco
più. Corredata di particolari che oscillavano dallo spartano all’estroso senza
intaccarne la linea.
Sembrava un modellino. Lo stesso che veniva prodotto in quantità
industriale da Burago e Majorette, ma in scala 1:1.
Poi giunse il proprietario: si accomodò all’interno,
allacciò le cinture a quattro punti, mise in moto e si allontanò.
Aveva già voltato l’angolo, ma quel rombo persisteva ancora.
Un sound paradisiaco, emanato da un piccolo V8 da nemmeno 3.000cc attraverso
quel caratteristico terminale ad uscita tripla. La stessa che era munita di
peculiarità varie come l’alettone posteriore immenso, vano motore in vetro con
tanto di feritoie e chiusure a cerniera per quanto riguarda cofano e
bagagliaio.
Tutta roba particolare, di quelle da far passare qualunque
altra auto dotata di questi accessori come “tamarra”. Non lei, non la F40.
Perché non è un’auto qualunque, tantomeno una vettura mitica. È una leggenda.
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