Road Racing: accesso vietato alle “teste calde”.
North West
200, Ulster GP, Cockstown 100, Tandragee 100 e Macau Grand Prix. Nomi
sconosciuti (o meno) che fanno parte di quel “universo” a sé chiamato road
racing; gare motociclistiche su strade chiuse al traffico, bandite dal
calendario del Motomondiale quasi quarant’anni fa – alcune mai entrate – per
motivi di sicurezza.
La branchia è quella del Tourist Trophy con cui condividono
alcune assonanze. Manti stradali umidi e differenti dalle piste per aderenza,
marciapiedi, muri di cinta, segnaletica stradale e lampioni sparsi per tutto il
tracciato, lo stesso che viene percorso con settori da 320 Km/h per alcuni
secondi (!). Penserete che tutto ciò sia “folle”, da bandire assolutamente e
censurare su qualunque piattaforma mediatica: non è così.
Partecipare a gli eventi del road racing necessita di parecchi
requisiti: esperienza (più l’evento vanta prestigio, più viene richiesto un
passaporto sportivo corredato di un minimo di presenze e risultati durante la
carriera), preparazione fisica e psicologica, tecnica, eccellente conoscenza
del mezzo dal punto di vista meccanico (od un buon team) ed il massimo della
lucidità. Caratteristiche più che necessarie per portare a termine un solo
evento.
Non esiste paragone tra essi ed i loro colleghi che calcano
solo l’asfalto della pista. Gli ultimi citati – se abili nel “cascare” –
possono permettersi l’azzardo tra una curva e l’altra, spolverandosi la ghiaia
di dosso in caso di caduta e riprovando appena possibile: qua no. Tante le
morti, pochi gli infortuni permanenti, ancor meno quelli recuperabili e
rarissimi i fortunati usciti illesi. Ne sa qualcosa Olie Linsdell, campione
2013 al Classic TT in sella alla meneghina Paton (meriterebbe un capitolo a sé),
conosciuto ad EICMA grazie all’amico Tommaso Restelli di MONDOCORSE. Tre
settimane di coma, due anni per riprendersi e riscatto con vittoria davanti a
nomi noti come i Dunlop (Michael e William) e John McGuinness.
<<È tutto razionale: solo da fuori viene visto come
“spericolato”>> viene commentato da Stefano Bonetti (bergamasco, campione
italiano salita moto per sette anni e quinto classificato alla NW 200) e
Federico Natali (toscano, collaboratore del portale Road Racing Core e pilota
di gare su strada e pista). Il feeling è concesso col proprio mezzo purché nei
limiti, scongiurando il peggio per guasti meccanici. Freddezza e tenacia vengono
usate per la durata di ogni manche, ma – tolto il casco e riposto la moto – i
piloti si ritrovano tutti (o quasi) riuniti tra pareri, aneddoti, risate e
cibo. Con gli spaghetti che regnano sovrani sul fish and chips (golosi questi
anglosassoni).
Foto: Luca Colombara (http://www.roadracingcore.com/it/)
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